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Nella conferenza di Casablanca, tenutasi nel gennaio del 1943, gli Alleati stabilirono che gli obiettivi principali dei bombardamenti dovessero essere le industrie preposte alla fabbricazione degli aerei, gli stabilimenti di cuscinetti a sfera e le raffinerie di petrolio appartenenti all’Asse. Per le forze angloamericane, la distruzione degli aerei, compresi gli impianti per la riparazione degli stessi, e gli altri impianti menzionati, diventavano un obiettivo di primaria importanza, dal grandissimo valore strategico, in quanto premessa per la riuscita dell’operazione Overlord, che prevedeva l’apertura di un secondo fronte in Europa Occidentale: lo sbarco in Normandia.  \
Il piano per realizzare questi obiettivi, denominato “Pointblank”, prevedeva come bersagli diversi impianti aeronautici dislocati nel territorio del Terzo Reich, tra Germania, Austria e Ungheria e per quanto riguardava l’Italia, nello specifico Torino, la fabbrica di motori aeronautici del Lingotto e l’Aeronautica d’Italia dove si assemblavano i G-55 costruiti dalla Fiat.  \
I cuscinetti a sfera erano indispensabili in campo navale, per la costruzione dei carri armati, per la fabbricazione degli aerei, dei mezzi di trasporto come gli autocarri, per strumenti di precisione e per componenti dell’artiglieria. Per queste ragioni gli impianti della RIV di Torino e di Villar Perosa, che facevano capo alla FIAT, divennero d’importanza strategica fondamentale: gli Alleati stimavano che complessivamente la RIV, oltre a rifornire l’industria italiana, coprisse il 20% del fabbisogno dell’industria tedesca e per questo motivo era considerata un obiettivo di primaria importanza.
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B35A9415_A137_58C4_41D8_98ECECBF5FE5.text = Ascolta: \
"Bombardamento 13 Luglio 1943"
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_897A7AA2_9C67_5007_41B4_4E200C3551F1.text = Ascolta: \
"I Rifugi Antibomba"
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_89EC9A66_9C2B_500F_41CE_727C49428478.text = Ascolta: \
"Il Rifugio di Polo '900"
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B399AB62_A173_2F7C_41CA_E464F155B081.text = Ascolta: \
"Operazione Pointblank"
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_8C6275CF_9C2B_501D_41D8_74EFA3DAF859.text = Durante la seconda guerra mondiale fu incentivata la costruzione di rifugi privati nelle case, nelle scuole e nei luoghi di lavoro. A quest’ultima categoria appartiene il rifugio antiaereo del Palazzo dei Quartieri Militari: fu costruito per i dipendenti del giornale “La Gazzetta del Popolo” che aveva sede nello stesso isolato. Situato a una profondità di 13 m  era composto di 5 gallerie rinforzate in cemento armato per resistere allo scoppio delle bombe e all’onda d’urto, aveva una struttura ogivale ( “a baionetta”. Era fornito di latrine, di un impianto di illuminazione e di ventilazione, poteva ospitare un buon numero di persone nonostante le dimensioni contenute. Sono tuttora visibili sulle pareti del rifugio i fori a cui erano agganciate delle panche di legno. L'originale pozzo di aerazione o uscita di sicurezza venne liberato dalle macerie e lì è stato installato un impianto per la ventilazione forzata: in quell'occasione si decise di ricostruire, su progetto dell'Architetto Franco Rolle, una sorta di garitta in vetro e acciaio dalle forme moderne in corrispondenza dello spartitraffico in sostituzione della garitta originale abbattuta nel dopoguerra.
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_8902167D_9C67_50FD_41E0_FE4785A13A89.text = I rifugi antibomba dovevano rispettare alcune regole di costruzione: erano collocati a una profondità variante tra gli 8 e i 16 metri, possedevano pareti di cemento armato spesse quasi un metro ed erano ricoperti da un considerevole strato di terreno che avrebbe dovuto attenuare la penetrazione di un ordigno di grande calibro, impedendo un’esplosione diretta o nelle vicinanze della struttura del ricovero. Le gallerie erano costruite in cemento armato, frazionate in varie sezioni: antiricovero, pronto soccorso, latrine, sala macchine. Lungo le pareti delle gallerie più ampie erano collocate le panche sulle quali le persone potevano sedersi durante gli allarmi. Oltre alla considerevole profondità a cui erano collocati i ricoveri, la struttura seguiva un andamento segmentato con angoli retti: questo criterio di costruzione, avrebbe impedito agli effetti di un’esplosione avvenuta nei pressi del rifugio, di diffondersi al massimo della potenza in tutto l’ambiente. I ricoveri erano dotati di impianti di illuminazione, di aereazione ed erano chiusi con porte blindate a tenuta stagna.
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B3F5362A_A13F_58CC_41CB_B9F194AA613D.text = Il bombardamento del 13 luglio 1943 fu senza dubbio il più distruttivo che la città subì nell’arco temporale del conflitto. Più di 250 bombardieri Lancaster inglesi iniziarono l’incursione all’1:30 del 13 luglio, sganciando sulla città 762 tonnellate di carico distruttivo che provocarono 792 morti e 914 feriti. Furono ingenti i danni agli edifici, alle infrastrutture e agli stabilimenti industriali. L’attacco, il più massiccio sull’Italia fino a quel momento, ebbe ripercussioni a livello nazionale contribuendo a minare il consenso al regime fascista. 
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B3C591F4_A110_FB45_41E2_87129893618C.text = Incursione del 13 luglio 1943, Teatro Alfieri. \
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Archhivio Vigili del Fuoco
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_88040029_9C5B_B005_41E1_9EA7F49AE619.text = Palazzo Madama, Piazza Castello. \
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Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea del 12-13 agosto 1943. \
 UPA 3906D_9E03-10. Archivio Storico Vigili del Fuoco
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_895B3386_9C27_B00F_41E2_6E0BD1B76C65.text = Sinistra: demolizione della garitta in cememento armato collocata al termine del pozzo di aereazione, avvenuta nel dopoguerra. \
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Destra: pianta della sezione verticale del pozzo di areazione del rifugio antiaereo della Gazzetta del Popolo
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B30C9C90_A113_E9DD_41BE_FA3E8B288EB4.text = Via Cappel Verde, Vicolo San Lorenzo, via Porta Palatina. Effetti prodotti dai bombardamenti dell’incursione aerea del 13 luglio 1943. \
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Archivio Vigili del Fuoco
QuadHotspotPanoramaOverlayTextImage_B35DAC98_A16F_29CD_41E2_A11DABC24B97.text = Via Nizza 148, Officine RIV (Soc. An.), Officine di Villar Perosa. Effetti prodotti dall'incursione aerea dell'8 novembre 1943. Archivio Storico Vigili del Fuoco

## Media

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